Gocce di luce nell'oceano
poesie di Fernando Muraca


Marinai

Orme camminano nel deserto
e gli occhi sono costretti in preghiera
a un grido: questa è la rotta!
L'oceano è prosciugato
ma io sono qui
il cielo è pieno di stelle
guardo lassù e sono sulla mia nave,
un marinaio.


Perle

Se una perla benedetta riempie il bicchiere
si deve bere
anche se è amaro il sorso di questi giorni
e viene voglia di rinunciare.

Apro la mano
la pelle inizia a contare gli anni:
solchi felici, attraversati dalle favole
che ho vissuto.

Mi chiedo se ciò che ho imparato
può aiutarmi adesso
ora che ho questo veleno da ingoiare.

Mi domando se posso vedere una luce lontana
qualcosa che m'incoraggi
che stia dalla mia parte
una voce che mi sussurri il suo aiuto.

Guardo oltre queste terre vangate con fatica
cercando un soccorso
e aspetto con qualche impazienza.

Ma una fortunata intuizione mi dice
che anche questa stagione ha giorni per me
giorni di perle benedette
cadute sul cuore che, coraggiosamente, posso gustare.


Ero solo


E' l'ora
vedo il vuoto che ho dentro
meglio di prima.
S'allarga ogni giorno
la voragine
e svela il dolore che mi circonda.
Così supera le piccole incertezze
un'anima come me.
Per questa disperazione
ha trovato la speranza il cuore
per l'uomo ferito che passa accanto
è lì che adesso si getta l'ansia del paradiso.


Sete senza fine


L'anima si può sentire
è come un sibilo
una tenue sorpresa,
una sete senza fine
fiume di tenerezza che sostiene il viaggio:
è la solitudine
una colomba che viene
e intinge di cielo i lamenti.
sia fatta non la mia
ma la tua bellezza.

Ecco l'uomo


Addio bambino
la lunga stagione è finita
è difficile capire quando
perché continuo a sognare gli stessi infiniti.

E' l'ora della pazienza
e l'infinito desiderato si fa piccolo
e si spezza.
Non si può realizzare
come avevo immaginato fanciullo, l'immensità.

Ecco l'uomo
che apre gli occhi
ma non condanna,
ecco il padre che sorride e incoraggia,
ecco l'anima che non si arrende
e combatte
e spera l'immensità.

Ore cadute


Sere passate nei pensieri
ore di tenebre squarciate di luce
io vi conosco
ma voi non sapete
di chi è il mio cuore
immerso nella foresta
caduto poco a poco.
Non si può sapere
non s'immagina
e s'abbandona, sconosciuto
al pianto.


Non cade


Un pezzo di pane non mi basta
una parola non mi basta
una lacrima, niente mi basta
sono nato per essere tutto: pane, parole, lacrime.
E l'anima trema
ma non cade
viaggia ma non si smarrisce.

Fuga


E' passata la giovinezza
nella vita di tutti i giorni
lo dice la malinconia
un avviso e un addio.

Canto spezzato

Io ti vedo lassù
appeso a niente
uno fra tanti
una verga sfilacciata
un uccellino e il suo canto.

Addio

Un addio
è il tuo saluto alla porta del cielo
un invito a fare da solo
come un padre invita il figlio al mondo
sorvegliando discreto
pronto all'aiuto:
aiutami!

Fuori il mondo..

Respiro
e il fiato è consumato
e l'anima avvilita
come fosse senza sé.
Fuori il mondo è più grande
esteso al vicino
è immenso, mostruoso…
L'altro mi comanda
e sento il sapore del grande universo.
Sembra avara la provvidenza
di Dio
l'uomo è solo un grido senza confine
una poesia lacerata.
Questo è il destino del cosmo
sminuzzato in stelle
che vanno verso la loro fine.
Ero solo
ora sono più solo.

Alla fine della notte

Cos'è la notte
quando la mano accarezza il muro
quando le righe delle pagine
restano vuote
quando i passi portano la paura…
Cos'è la notte
in questo silenzio
alla fine della giovinezza…

Volo sulla mano

Sono in cerca d'amore
al niente e al mondo
Come allora, sempre.
Verso in fiamme
e cielo su una mano.
Sono d'amore
guardato al cuore
sono amore.
Come tanti, angelo
al mistero e al mondo
come allora, uguale a ieri
volo incantato
e cielo sulla mano.

Arco di stelle

Arco di stelle
poco a poco accese
come boccioli, come rose.
Disegni d'amore
ricamati di sogno
e strappati dalla paura.
Pozzo di desideri, a volte
il tempo
prima smisurato e poi svanito in maschere:
i vecchi.
A volte lasciano scie di profumi,
solchi sul viso scavati dalla tenerezza.